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Dans la boîte aux lettres

215509_20082014Nous avons été profondément marqués par notre rencontre avec Frère Cristian, ermite franciscain à Calzavitello, grâce auquel nous avons ultérieurement fait connaissance des sœurs franciscaines missionnaires du Sacré Cœur; nous souhaitons ici vous faire partager un courriel reçu de lui et dont le contenu nous a nourri – notamment sur l’expérience du chemin et le mystère de la fraternité relus à la lumière de la Bible.

{texte original suivi d’une traduction en français}

 

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Adelano di Zeri, 31 agosto 2014 – Eremo Santa Maria Maddalena

Carissimo Quentin, carissima Ingrid, carissimi bambini, Leopold, Ferdinand, Theodore, Costance, Joseph e Zelie: “Il Signore vi dia pace!”.image

Sono molto contento di ricevere vostre notizie dopo il ritorno a casa, terminato il vostro lungo pellegrinare per le strade della Francia e dell’Italia, da Avignone, fino ad Assisi e a Roma. In realtà il cammino che avete fatto, un meraviglioso progetto di famiglia, che vi ha portato a vivere non solo l’uno per l’altro – come sono certo che già facevate ancor prima di partire da casa il 20 maggio – ma l’uno “nei piedi dell’altro”, sentendo e portando l’uno la fatica dell’altro, un passo dopo l’altro, al ritmo di chi in quel momento era il più piccolo tra voi, bene: quel cammino inizia oggi, nuovamente! Inizia nel quotidiano, nelle cose piccole, a volte banali, di tutti i giorni: il lavoro, la sua ricerca, la scuola, gli impegni quotidiani. Piccole cose che fanno la vita, passi che neanche ci accorgiamo di fare per quanto sono “normali”. Non dimenticate mai di vivere ogni momento, ogni respiro, ogni piccolo passo, ogni incontro, come se fosse il più speciale della vostra vita perché è così che i santi vivono, avvertendo il passaggio del Signore anche nel “sottile silenzio” (1 Re 19, 12) delle cose piccole, non appariscenti, nascoste.

Il più grande dono del vostro cammino è stato quello della fraternità. Ve lo eravate proposti sin dall’inizio: vivere una fratellanza che supera i confini degli stati, della nazionalità, della lingua; una fratellanza che ha un suo vocabolario, un suo lessico, che è quello del cuore, del riconoscere nel volto di chi mi sta davanti, il volto di un fratello, di un amico. Un volto da amare, anche quando non riesce che ad offrirti il suo rifiuto, la sua incapacità di accoglierti, di venire in tuo aiuto, a soccorrerti nel momento del bisogno, della fatica e dello scoraggiamento. È quanto viviamo, ogni giorno, un misto di “deserto e consolazione”. Ma noi possiamo fare la diversità…trasformando le tenebre in luce. Spesso cito questo racconto chassidim, che a me piace molto per la sua semplicità e il suo significato: «Un rabbì era solito domandare al suo discepolo: “Quand’è che termina la notte e inizia il giorno?”. Il discepolo dava diverse risposte, mai però soddisfacenti. Alla fine scoraggiato, si rimise al maestro per la risposta. E il rabbì gli disse: “Quando tu vedi sul volto di un altro il volto di tuo fratello, è allora che termina la notte e inizia il giorno”».

Il Signore, nella sua Provvidenza, mai è venuto meno alla sua promessa di fedeltà e vi ha seguiti, passo dopo passo, nell’incedere stanco e a volte svogliato, di Totò e Menelao, che vi hanno accompagnati diventando parte della vostra già numerosa famiglia. Come per Israele, che camminò nel deserto quarant’anni, anche voi non dimenticatevi di “ricordare” le meraviglie che Dio ha compiuto lungo il vostro cammino: «Ricordati di tutto il cammino che il Signore tuo Dio ti ha fatto percorrere…» (Dt 8, 2).

Per ogni porta che si è aperta davanti a voi, dalla più povera alla più maestosa, quella del Vaticano, ricordate che c’è una porta ben più importante da aprire: è quella del cuore! È l’unica possibilità che abbiamo per amare veramente Dio e i fratelli: aprire le porte del nostro cuore, non cedere alla paura o all’egoismo. Se così faremo, se ascolteremo la voce del Signore e apriremo la porta del nostro cuore, Lui verrà da noi, mangerà con noi e noi con lui (Ap 3, 20). Se apriremo la porta del nostro cuore saremo veramente capaci di amare.

portePer ogni porta che è rimasta chiusa davanti a voi, nel vostro intimo deve nascere il desiderio e maturare l’impegno di aprire la porta della vostra casa, per vivere la comunione, la condivisione, l’incontro tra fratelli. È anche in questo che compiamo il miracolo dell’Eucaristia. Perché? Perché accogliendo i piccoli, i poveri, i bisognosi, i viandanti, in realtà è Gesù che accogliamo: «Amen! Tutto quello che avete fatto a uno dei più piccoli di questi miei fratelli, l’avete fatto a me» (Mt 25, 40). Anche solo un bicchiere di acqua fa la differenza, eccome se la fa’!E noi facciamo la differenza nel mondo …
«Per ogni cosa c’è il suo momento, il suo tempo …» (Qo 3, 1).   Il viaggio è un kairòs, un’opportunità: è il tempo per aprirsi ad uno stato di coscienza più profondo; un tempo dove riappropiarsi consapevolmente di sé stessi, recuperando il linguaggio originario e universale delle emozioni, dell’immaginazione, del sentimento è il tempo in cui liberare mente e cuore dalla ripetitività e dai ritmi frenetici, recuperando la lentezza del “tempo per noi”.
Il viaggio inizia quando si lascia la presenza rassicurante di tutto ciò che ci garantisce per entrare nella “precarietà”, una parola che fa paura oggi più che mai all’uomo moderno. Il pellegrinaggio è un tempo dove riscoprirsi “poveri”, perché camminare ti spoglia, poco alla volta, di tutto il di più. Si impara a dar valore alle piccole cose e ben presto ci si accorge che l’unico bagaglio necessario siamo noi.
Sperimentando, giorno dopo giorno, l’inadeguatezza e la fragilità della nostra natura, si acquista l’umiltà, vera pedagoga lungo il cammino, che rende consapevole l’uomo del suo limite. A volte, ad aprirti a questo, è la sofferenza, il dolore, la fatica, il bisogno con cui imparare a convivere lungo il cammino. Come ogni esperienza umana, chi soffre impara a capire chi soffre, chi sperimenta il proprio limite, rispetta il limite dell’altro. Se ognuno imparasse a camminare con il passo di un bambino …
Nel cammino ci si scopre amici, fratelli, compagni. Si vive la gioia di camminare insieme, l’allegria del gioco e l’armonia del canto, il desiderio dell’incontro, il piacere di avvicinare, senza paura, i nostri confini a quelli degli altri.
Ma camminare ti spinge anche a visitare una terra spesso sconosciuta, quella dell’intimità del cuore. Nel silenzio, che predispone l’uomo alla contemplazione, all’ascolto e che riporta la persona a “camminarsi dentro”, lì, in quello spazio libero, accogli una Presenza, leggera, sottile: quella di Dio. Dimorare … un verbo che dovrebbe essere usato solo per dire che bisogna abitarsi. La meta ultima di ogni cammino, così, indica che il luogo da raggiungere in realtà non è lontano dal cuore stesso dell’uomo.

Cari amici, i vostri desideri si sono avverati: camminare insieme fino a Roma via Assisi. La tomba di Francesco, quello di Assisi, ha segnato la prima tappa. Ma più ancora che nella fredda pietra avete riconosciuto lo spirito di Assisi nel volto gioioso e provvidente delle sorelle che, con Suor Eliodora, vi hanno accolto nella loro casa, segno che «tutto concorre al bene di coloro che amano Dio» (Rm 8, 28). Altre sorelle vi hanno accolto a Roma, mettendovi a disposizione non solo i loro ampi spazi, ma allargando la tenda del loro cuore, come dice il profeta Isaia: « Allarga lo spazio della tua tenda, distendi i teli delle tue dimore senza risparmio!» (Is 54, 2).

A Roma siete arrivati con “le ali ai piedi”, forse perché già sapevate in cuor vostro che ci sarebbero state cose meravigliose da vivere nella Città Eterna. Quella più straordinaria è successa sotto il maestoso cupolone di San Pietro, l’incontro con Papa Francesco – grazie all’intervento e all’ “intercessione” di Suor Paola –, un uomo della Provvidenza, “padre e fratello” che il Signore ha voluto donare alla sua Chiesa come segno di umiltà, di povertà, di semplicità. Deo gratias! Le sue parole, dette e scritte, siano per voi benedizione, il ricordo del suo sguardo sereno e gioioso, il regalo di un sorriso da parte di Dio, la sua preghiera silenziosa il richiamo costante di fare spazio a Dio nella vostra vita.

L’augurio per voi, Quentin e Ingrid, è che la vostra casa, oggi che siete ritornati nella vostra terra, possa essere come la Bethania del Vangelo, sapendo bene che se non rifiuterete l’ospitalità a coloro che busseranno alla vostra porta, «senza saperlo, accoglierete angeli» (Eb 13, 2). Così educate i vostri figli, frutto evidente del vostro amore, angeli loro stessi perché portatori di allegria, letizia, libertà e freschezza evangelica.

Nel Vangelo, la strada è più di un luogo: è il Signore stesso, che dice «Io sono la via!» (Gv 14, 6). Lungo la strada è incominciata la Chiesa; lungo le strade del mondo la Chiesa continua ad essere messaggera della “lieta notizia del Regno”. Camminate e sarete nella Chiesa uomini e donne del Vangelo. Gesù vi accompagnerà, pellegrino Lui stesso, perché Lui cammina con l’uomo di ogni tempo, Lui l’eterno pellegrino di ogni strada. Lo farà con il nostro passo, lo farà a “piedi nudi” perché ai suoi occhi siamo una “terra sacra”; rallenterà il suo passo quando sarà necessario, per adattarlo alla nostra andatura, alla nostra povera misura.

Carissimi fratelli miei, amati, ancora una volta, umilmente vi ringrazio perché avete accolto tra voi questo povero uomo, nella vostra famiglia, perché lo avete fatto sentire a casa, perché avete voluto condividere il “pane della Provvidenza”, che è il cibo degli angeli. Il Signore vi ricompensi largamente, vi doni la sua benedizione e continui a custodire ogni vostro passo.

Spero riuscirete a trovare qualcuno che possa tradurre queste parole, ma anche questo è Provvidenza …

Vi abbraccio tutti con affetto. Un saluto speciale a Celine.

“Il Signore sia sempre con voi e voglia il Cielo che voi siate sempre con Lui!”.

Ad Deum. Fr. Cristiano

************ en français***********

Cher Quentin, chère Ingrid, chers enfants, Léopold, Ferdinand, Theodore, Constance, Joseph et Zélie, « Que le Seigneur vous donne sa paix. »

Je suis très heureux de recevoir de vos nouvelles après votre retour à la maison, maintenant terminé votre long pèlerinage sur les routes de Ffamillerance et d’Italie, depuis Avignon jusqu’ à Assise et Rome. En réalité, le chemin que vous avez fait – un merveilleux projet familial – vous a amené à vivre non seulement l’un pour l’autre – comme je suis sûr que vous le faisiez déjà avant même de quitter la maison le 20 mai – mais « l’un dans les pieds de l’autre », ressentant et portant la fatigue de l’autre, pas à pas, au rythme de celui qui était le plus petit parmi vous.

Que votre voyage recommence aujourd’hui, encore une fois! Qu’il recommence dans la vie de tous les jours, dans les petites choses, parfois banales, du quotidien: le travail, sa recherche, l’école, les tâches ménagères. Ces petites choses qui font l’essence de la vie, des actes que nous ne réalisons pas tant ils nous paraissent «normaux». Ne jamais oublier de vivre chaque instant, chaque souffle, chaque petit pas, chaque rencontre, comme si c’était là le moment le plus précieux de notre vie parce que c’est la façon de vivre saintement, attentifs au passage du Seigneur même dans le «murmure » (1 Rois 19, 12) des petites choses, discrètes, cachées.

Le plus grand cadeau de votre voyage a été celui de la fraternité. Vous l’aviez proposé dès le départ: vivre une fraternité qui transcende les frontières des États, des nationalités, des langues. Une fraternité qui a son propre vocabulaire, son propre lexique: celui du cœur, celui qui permet de reconnaitre un frère, un ami dans le visage de celui qui se tient devant moi. Un visage de l’amour, quand bien même il ne parvient qu’à vous offrir un refus, une incapacité à vous accueillir, à vous venir en aide, à vous secourir dans les moments de fatigue et de découragement. C’est ce que nous vivons tous les jours, un mélange de «désert et de consolation. » Mais nous pouvons faire la différence …en transformant les ténèbres en lumière. Je cite souvent ce conte hassidique, que j’aime beaucoup pour sa simplicité et son sens: «Un rabbin avait l’habitude de demander à son disciple:« Quand la nuit finit-elle et le jour commence-t-il ? ». Le disciple donnait des réponses variées, mais jamais satisfaisantes. Finalement découragé, il s’en remet à son maître pour obtenir la réponse. Et le rabbin lui dit alors: «Quand tu arrives à voir un frère dans le visage d’autrui, c’est alors que termine la nuit et que commence le jour. »

Le Seigneur, dans sa providence, n’a jamais manqué à sa promesse de fidélité et vous a accompagné étape par étape, y compris dans la démarche parfois fatiguée ou paresseuse de Toto et Ménélas, qui ont peu à peu pris place dans votre famille déjà grande. Comme le peuple d’Israël, qui a marché quarante ans dans le désert, vous vous rappelerez des merveilles que Dieu a fait au long de votre chemin, « Souviens-toi de la longue marche que tu as faite pendant quarante années dans le désert ; le Seigneur ton Dieu te l’a imposée pour te faire passer par la pauvreté ; il voulait t’éprouver et savoir ce que tu as dans le cœur : allais-tu garder ses commandements, oui ou non ?…» (Dt 8, 2).

IMG_6569 (451x800)Pour chaque porte qui s’est ouverte devant vous, de la plus pauvre à la plus majestueuse – celle du Vatican -, rappelez-vous que la plus importante à ouvrir reste celle du cœur! C’est la seule façon de vraiment aimer Dieu et notre prochain: ouvrir la porte de notre cœur, ne pas céder à la peur ou l’égoïsme. Si nous le faisons, si nous écoutons la voix du Seigneur et ouvrons la porte de notre cœur, Il sera avec nous, mangera avec nous et nous avec lui (Apocalypse 3: 20). Si nous ouvrons la porte de notre cœur, alors nous sommes vraiment capables d’aimer.

Pour chaque porte qui s’est refermée devant vous, puissiez-vous mûrir intérieurement le désir d’ouvrir la porte de votre maison, de mieux vivre la communion, le partage, la rencontre avec des frères. C’est aussi ce que nous réalisons dans le miracle de l’Eucharistie. Pourquoi donc? Pourquoi accueillir les petits, les pauvres, les nécessiteux, les passants –  en réalité, c’est Jésus que nous accueillons, «Amen, je vous le dis : chaque fois que vous l’avez fait à l’un de ces plus petits de mes frères, c’est à moi que vous l’avez fait.»(Mt 25, 40). Même un seul verre d’eau fait la différence, et comment ! Et nous-même pouvons faire une différence dans le monde …

«Il y a un moment pour tout, et un temps pour chaque chose sous le ciel  …» (Ecclésiaste 3: 1). Le voyage est un kairos, une opportunité: c’est un temps pour une prise de conscience approfondie; une récupération du langage originel et universel des émotions, de l’imaginaire, des sentiments ; c’est pour l’esprit et le cœur une libération de la frénésie, grâce à la lenteur d' »un temps pour nous ».  Le voyage commence quand l’on quitte la présence rassurante de tout ce qui nous sécurise pour entrer dans la «précarité», un mot qui fait peur aujourd’hui et plus que jamais à l’homme moderne. Le pèlerinage est un moment où l’on redécouvre les «pauvres» parce que l’on marche nu, ou avec si peu. On apprend à apprécier les petites choses et à se rendre compte que le seul bagage dont l’on a besoin, c’est nous-même.  Le fait d’expérimenter, jour après jour, l’insuffisance et la fragilité de notre nature, nous apprend l’humilité, véritable apprentissage le long du chemin, qui rend l’homme conscient de ses limites. Parfois, pour s’ouvrir à cette expérience, on ressent la souffrance, la douleur, la fatigue, et l’on a besoin d’apprendre à vivre cela sur la route. Comme toute expérience humaine, celui qui souffre apprend à comprendre ceux qui souffrent, et qui éprouve ses propres limites respecte les limites de l’autre. Si seulement le monde apprenait à marcher au rythme d’un enfant …

Sur le chemin, on découvre des amis, des frères, camarades. On vit la joie de marcher ensemble, la joie du jeu et l’harmonie de la chanson, le désir de la rencontre, le plaisir de rapprocher sans crainte nos frontières de celles d’autrui.
Marcher pousse aussi  à explorer une terre souvent inconnue, celle l’intimité du cœur. Dans le silence, qui prédispose l’homme à la contemplation, à l’écoute et « à marcher en-dans, » là, dans cet espace libre, on reçoit une présence, légère, subtile: celle de Dieu. Demeurer … un verbe qui devrait seulement être utilisé pour dire que nous devons séjourner. Le but ultime de chaque chemin, donc, indique que le lieu à atteindre n’est en réalité pas loin du cœur de l’homme.

Chers amis, vos désirs sont devenus réalité: marcher ensemble à Rome en passant par Assise. Le tombeau de François à Assise, a marqué la première étape. Mais plus encore que dans la pierre froide, vous avez reconnu l’esprit d’Assise dans le visage joyeux et providentiel des soeurs qui, avec Soeur Eliodora, vous ont accueillis dans leur maison, un signe que «toutes choses concourent au bien de ceux qui aiment Dieu» (Rm 8, 28). D’autres sœurs vous ont ensuite accueilli à Rome, en mettant à leur disposition non seulement leur maison spacieuse, mais l’élargissement de la tente de leur cœur, comme dit le prophète Isaïe: «Élargis l’espace de ta tente, déploie sans hésiter la toile de ta demeure ! » (Is 54, 2).

À Rome, vous êtes arrivés avec des « ailes aux pieds », peut-être parce que vous saviez déjà dans votre cœur qu’il y aurait des choses merveilleuses à vivre dans la Ville Éternelle. Le plus extraordinaire est arrivé près du dôme majestueux de Saint-Pierre, la rencontre – grâce à l’intervention et à « l’intercession » de Soeur Paola – avec le pape François,  un homme de la Providence, « un père et un frère », que le Seigneur a bien voulu donner à son Eglise comme un signe d’humilité, de pauvreté, de simplicité. Deo Gratias! Ses paroles, écrites et parlées, sont une bénédiction pour vous; le souvenir de son regard joyeux et serein, le cadeau d’un sourire de Dieu; et sa prière silencieuse un rappel constant à faire de la place pour Dieu dans votre vie.

Mon souhait pour vous, Quentin et Ingrid, est que votre maison, maintenant que vous êtes revenus chez vous, soit comme la Béthanie de l’Évangile, en sachant qu’en ne refusant pas l’hospitalité à ceux qui viennent frapper à votre porte , «sans le savoir, vous accueillerez les anges» (Hébreux 13: 2). A cela aussi éduquez vos enfants, fruit évident de votre amour, eux-même des anges porteurs de la joie, du bonheur, de la liberté et la fraîcheur de l’Évangile.

Dans l’Evangile, la route est plus qu’un lieu: c’est le Seigneur lui-même, qui dit: «Je suis le chemin» (Jn 14, 6). L’Eglise a commencé sur un chemin; le long des routes du monde, l’Eglise continue à être un messager de la «bonne nouvelle du Royaume. » Marchez et vous serez dans l’Eglise, les hommes et les femmes de l’Évangile. Jésus vous accompagnera, pèlerin lui-même, parce qu’il marche avec l’homme dans l’histoire, Il est l’éternel pélerin sur tous les chemins. Il s’adapte à notre pas, il marche « pieds nus » parce qu’à ses yeux nous sommes une «terre sainte»; il ralentira son rythme, si nécessaire pour l’adapter à notre allure, à notre pauvre mesure.

Mes chers frères bien-aimés, encore une fois, je vous remercie de m’avoir accepté comme un pauvre dans votre famille, parce que je me suis senti accueilli chez moi, parce que vous vouliez partager le «pain de la Providence », qui est la nourriture des anges. Que le Seigneur vous récompense grandement, vous bénisse et vous garde continuellement.

J’espère que vous serez en mesure de trouver quelqu’un qui peut traduire ces mots, mais même cela c’est la Providence … Je vous embrasse tous avec affection. Une salutation spéciale à Céline.

«Que le Seigneur soit toujours avec vous et veuille au ciel que vous soyez toujours avec lui. »

Ad Deum. Frère Christian

 

Home sweet Rome

Quatre jours seulement nous auront suffi à parcourir le chemin inverse de celui que nous avions initié le 20 mai dernier….Nos ânes et nous-mêmes en somme encore tout décoiffés !

Après un dernier passage dans Rome Dimanche dernier à St Louis des Français où nous avons croisé Amélie d’Acte, puis au Vatican pour y déposer le Pierre Favre réalisé pour le pape, nous avons la joie de retrouver Fr Cristiano à l’Istituto Asisium, venu de Calzavitello pour rencontrer les soeurs FMSC qui nous avaient accueillis en son nom, et puis nous dire au revoir. Nous aurons aussi la joie de faire alors partager à la communauté quelques-unes des images et impressions de notre périple lors d’une mémorable soirée d’A-Dieu.

S’ensuit alors une longue remontée en fourgonnette, avec l’aide de Jérôme et Thomas venus en renfort pour l’occasion – avec une belle étape à Genève chez Thierry & Claude qui auront réussi à sauver leurs massifs grâce à un de leurs amis qui nous avait prêté son champ pour la nuit.

Nos 2 ânes ont fait ensuite étape à Palaiseau où ils ont joyeusement débroussaillé notre petit jardin – puis, une fois récupérés Ingrid et les enfants rentrés par avion (et la fête gentiment organisée par Céline, Isabelle et Marie-Pushpa), un dernier parcours a été effectué avec Théodore pour amener Toto et Ménélas en Normandie, où ils ont été royalement accueillis par Xavier et Mélynda.

Une page se tourne, on le sent bien même si l’on ne se sent plus vraiment comme avant : la route est belle, et rude parfois aussi, mais qu’il est bon de cheminer ensemble !

Le retour à la maison s’est fait naturellement, comme si nous ne l’avions jamais quittée – mais nous sommes déjà prêts à nous remettre en route….La rentrée, la recherche d’un nouveau travail, la reprise des activités diverses et variées : le chemin est le même, seuls les paysages changent. Et pour nous accompagner désormais, la mémoire précieuse et riche de tous ces visages, rencontres, découvertes et amitiés nouvelles qui ont fleuri durant ces derniers mois – avec un coeur joyeux et reconnaissant pour ces innombrables clins Dieu.

 

 » Le vent souffle où il veut : tu entends sa voix, mais tu ne sais ni d’où il vient ni où il va. Il en est ainsi pour qui est né du souffle de l’Esprit. » (Jean, chapitre 3, verset 8).

 

Un cadeau de plus

215484_20082014Décidément, il nous arrive des choses bien incroyables …

Par l’entremise de Sœur Paola, nous avions appris lundi que nous pourrions assister à l’audience générale en étant bien placés- c’est à dire pas très loin de l’estrade de la salle Paul VI. De là à imaginer pouvoir rencontrer le pape François, il y avait encore un (grand) pas de plus que nous n’osions même pas faire en rêve…et pourtant !

Nous nous sommes levés au milieu de la nuit pour effectuer les derniers 9 km qui nous séparaient encore de la place St Pierre et arriver à temps, tous bien motivés par cette dernière étape symbolique –  pile 3 mois après notre début de marche. Dans l’obscurité et le silence, nous avons donc cheminé en famille à la lumière de quelques lampadaires et de nos lampes, rythmés par le cliquetis des sabots de nos ânes.

IMG_7512Arrivés à 7h après presque 3h de marche, nous réalisons un cliché de nous tous place St Pierre (merci encore Sr Paola!), et tombons alors nez à nez avec….nos maman et belle-maman, venues nous retrouver par surprise. On les embarque aussitôt dans la file réservée, et après un bon temps d’attente à l’extérieur (et quelques crottins liquides par nos ânes un peu stressés), un huissier nous demande de nous placer au début du chemin que le pape va emprunter pour arriver dans la salle – ce que nous faisons promptement, en essayant d’aligner les ânes et les enfants (pas une mince affaire).IMG_7520

Peu après, nous voyons alors le pape François arriver d’un pas lent (et assez fatigué) et son visage s’éclairer en apercevant notre équipage qu’il salue en premier. Son contact chaleureux nous met tous et chacun immédiatement à l’aise: il nous pose quelques questions sur notre voyage, demande les prénoms de chacun des enfants et des ânes, et puis avec un humour tout argentin et dans grand éclat de rire, il déclare que nous sommes bien courageux non pas tant d’avoir marché jusqu’à Rome, mais surtout de supporter nos belle-mères respectives à l’arrivée! Il nous invite ensuite à prier ensemble et après un signe de croix, nous prenons tous ensemble un temps de silence (d’éternité). IMG_7539

Nous aurons également pendant  l’audience le droit à une mention spéciale de sa part. ce qui nous vaudra d’être assaillis à la sortie pour des photos et des questions comme « c’est gratuit pour les photos ? » (on aurait du dire non ;-). Une audience durant laquelle il aura notamment à cœur de faire partager quelques fruits de son voyage en Corée.

Notre retour avec les ânes menés par Léopold et Ferdinand, nous fait apprécier encore mieux le calme enchanteur de l’Istituto-Asisium des Soeurs Franciscaines Missionnaires du Sacré Coeur (FMSC) où nous sentons tellement bien, tant l’accueil y est délicat et attentionné, dans un cadre sobre et magnifique.IMG_7544

 

DEO GRATIAS !

imageEn ce Dimanche 17 aout, nous voici arrivés à Rome (dans la zone Nord certes, mais à seulement 9 km de la place St Pierre), chez les Soeurs Franciscaines Missionnaires du Sacré Coeur, qui nous avaient déjà accueillis dans leur maison d’Assise.

Il nous aura fallu donc 7 jours pour parcourir les 180 km d’Assise à Rome – à croire que des ailes nous sont poussées lors de notre passage par Sainte Marie des Anges ;-)….Malgré la chaleur et un parcours devenu routier et asphalté pour l’essentiel, nous avons eu de belles étapes et rencontres. Notamment Emmanuella et Margharita qui se sont démenées à Montefalco pour trouver un coin d’herbe pour nos ânes; Costantino et Tina, qui nous ont accompagné avec leurs bicyclettes pendant quelques kilomètres pour arriver à Bevagna – petit bijou médiéval où ils passent leurs vacances.IMG_7159 (800x600) Et puis Denis (encore un cycliste), qui s’est interrompu dans sa course pour nous ravitailler en boissons et carottes, avant de revenir ensuite nous rendre visite à notre halte du soir à Spoleto – où nous étions accueillis chaleureusement à la maison d’accueil du couvent San Ponziano (par Elmira et mère Marie Agnès). A Giuncano, alors que nous errions vers 18h à la recherche d’un abri pour la nuit, ce fut la rencontre étonnante avec Gabriela, Frida et Mario qui nous ont offert leur toit. A Torri in Sabina, l’accueil simple et chaleureux de Carola – avec des piscines qui ont fait la joie des enfants comme à Ceretta (près de Stroncone) où Carlo nous avait accueilli la veille dans son agriturismo. Marco et Dimitri, qui nous ont offert leur jardin pour une pause de midi, Mario qui a sauvé Joseph d’un bassin où il était tombé, Elisabeth d’EuroHotel et tant d’autres encore….qu’il est important d’écrire ce qui nous a été donné de vivre pour ne pas oublier trop vite ces noms, ces visages et ces situations où nous avons pu sentir la grâce que Dieu nous donne en toutes choses et à chaque instant!

En progressant vers Rome, nous avons pu goûter une atmosphère devenue plus urbaine et par conséquent un peu plus tendue, notamment au volant – où nos amis italiens donnent parfois l’impression d’être humiliés s’il leur faut ralentir au passage de notre caravane – et ce malgré les innombrables panneaux indiquant de pseudo-contrôles radar ou des limites qui ne sont jamais respectées. C’est dans cet environnement pas très représentatif de notre voyage que nous avons été interviewés par TV 2000 (télé de l’épiscopat italien) qui a même fait usage d’un drône pour la plus grande joie des enfants. Après Famiglia Cristiana et son article variété, la Republica de Campo Ligure en version live Youtube, la Nacion d’Aulla et son journaliste anonyme et illuminé, la Provence et ses articles sympathiques, sans oublier le site internet de Spoleto, et puis Facebook, qui nous vaut d’être sans arrêt mitraillés par des smartphones pour les besoins d’une foule en attente de spectaculaire, on a un peu l’impression que le simple fait de marcher (ok, avec des ânes et des enfants « tutti vostri ? ») c’est devenu  » méga tendance »! Alors tant mieux 😉

IMG_7248 (800x600)Dans les dernières lignes droites en périphérie urbaine, sous un soleil de plomb, nous avons croisé de nombreux migrants africains ou indiens, et des femmes qui se prostituent (« pas très élégantes » dixit Constance), et ce, des kilomètres durant….Une réalité crue et des vies malmenées que nous avons confiées à notre prière en marchant.

Ce soir, après un accueil hyper chaleureux des Soeurs qui sont aux petits soins pour nous (et nos ânes !!), nous avons couché des enfants heureux et épanouis – et pourtant pas si facilement malgré les 27km parcourus pendant cette journée….Avec en fond sonore les grands éclats de rire de Zélie qui semble avoir bien réalisé l’aboutissement de notre périple 😉

Demain et les jours prochains seront consacrés à se reposer un peu, visiter quelques morceaux de choix, préparer nos ânes pour l’entrée à Jérusalem Rome, et organiser le retour (et oui il le faut bien, même si le ciel est toujours plus bleu par ici :-).

Pas de photos de la semaine – en raison de contraintes techniques. Le parcours effectué a été mis à jour et peut être consulté en cliquant ici.

Invités à toujours espérer

IMG_7119 (800x600)Une pause de 4 jours à Assise, à quelques pas de la Porzioncola (Basilique Ste Marie des Anges), n’aura pas été de trop pour prendre du repos et relire le chemin parcouru ces dernières semaines…

Les enfants nous ont encore largement épatés : les journées se sont pourtant faites plus longues (et donc les réveils plus tôt), et si la difficulté du terrain a cédé la place à des sterrata (routes de terres), les distances se sont elles aussi allongées. Malgré quelques coups de fatigues ici où là, ils ont vaillamment parcouru ces étapes et dans une ambiance familiale globalement sympathique : les caractères s’affirment, le compagnonnage s’approfondit entre eux et avec nous, de même que leur sociabilité (y compris en italien – surtout quand il s’agit d’aller chercher des glaces) et tout cela pour notre plus grand bonheur. Il faut aussi dire que tous ceux qui ont partagé notre chemin (que chacun d’entre eux en soit d’ailleurs encore remercié !) ont largement participé à ce bon état d’esprit en permettant à notre tribu de se décentrer.IMG_1747 (800x533)

Nous avons donc traversé une grande partie des Alpes Apuanes en compagnie de Jean-Baptiste, ne délaissant le chemin d’Assise qu’à partir de Vagli Sotto pour un détour routier par Castelnuovo di Garfagnano puis Borgo a Mozzano, au cours duquel nous avons pu retrouver Thomas & Friederike pour 2 jours (voir ici leur récit). Nous somme ensuite descendus vers la plaine de Lucca et avons parcouru les merveilleuses collines toscanes, alternant vignes, olivier et allées de cyprès : en rejoignant la via francigena à San Miniato (où Alexandre nous a rejoint), nous avons aussi découvert quelques autres pèlerins, alors que nous cheminions jusqu’alors à peu près seuls. En progressant vers l’Ombrie, nous avons pu sentir une augmentation sensible des températures, à peine rafraichies par quelques orages et averses. Et cela de pair avec une augmentation des étapes kilométriques, souvent liées à l’absence ou de grandes difficultés à trouver un hébergement – notamment en raison de nos ânes, qui font pourtant l’objet d’une admiration permanente. La fatigue aidant, il nous a été parfois bien difficile (et même, disons le clairement, encore impossible) d’aimer vraiment ceux qui nous rejettent et d’être heureux à la façon de St François (voir ici le fioretti sur la joie parfaite) comme à San Gimignano ou à Pienza, où nous avons rencontré de désagréables mais bien anecdotiques réactions hostiles. Néanmoins, dans ces moments de doute, il s’est toujours trouvé une lumière pour nous éclairer et nous rassurer – et même à la dernière minute, comme à Lucignano d’Asso où Mustapha et Ghyslaine, un couple de français en vacances, nous a offert une chambre et une douche alors que nous nous apprêtions à dormir dans un garage poussiéreux. Deo Gratias !

IMG_1737 (800x533)Avec persévérance, nous avons chaque jour repris la route (peu de pauses au compteur ces 3 dernières semaines – faute d’endroit propice) et ce sans savoir nécessairement où nous arrêter le soir, avec la confiance que « quelque chose de bon va arriver » comme le dit souvent Léopold avec conviction. A Monticchiello, ce furent Monica et son papa, qui ont agité le quartier jusqu’à ce que des portes finissent par s’ouvrir – facilitant notre accueil par Pier Luigi et Mihaela. De même, à proximité de Sienne, nous avons sonné pourtant tardivement à la porte de la magnifique maison de Sally et sa famille…et avons eu la joie de voir sa porte et son cœur s’ouvrir largement. En arrivant à la pause de midi à Montepulciano, devant le sanctuaire St Blaise, un couple nous a donné la possibilité de dormir dans des garages à notre étape du soir à Montallese – nous permettant même d’y loger nos amis Tomek et Marie-Pushpa venus marcher une journée. En arrivant sur Assise, alors que de nombreux lieux d’accueil avaient refusé notre demande préalable d’hébergement, Fr Cristiano (dont Céline a déjà mentionné l’importance pour nous dans son récit récent) nous a trouvé un lieu parfait chez les Soeurs Missionnaires du Sacré Coeur (accueillis par Sr Elleadora, Sr Maria Fermina et Sr Vittoria), à proximité de la Porzioncola dont nous avons pu sentir depuis la grâce spéciale qui en émane, à l’instar des milliers d’autres pèlerins qui viennent se recueillir ici pour demander et recevoir une profonde réconciliation avec et en Dieu.

IMG_7128 (800x600)Le lendemain de notre arrivée à Assise, Olivier nous a fait la joie de venir nous retrouver en parcourant près de 900 km d’une traite en voiture (ça va plus vite qu’en âne mais c’est long quand même). Au programme notamment, visite du couvent et Basilique St François (et notamment de la tombe, émouvante par son dénuement – et devant laquelle nous avons prié pour les intentions qui nous ont été confiées), des lieux où il est né, a été emprisonné par son père (Chiesa Nueva) et a travaillé; visite de la basilique Ste Claire et notamment de la croix de St Damiano (celle qui a parlé à St François pour lui demander de rebâtir son Église); visite de St Damiano, première église reconstruite par François et lieu ensuite confié à Ste Claire, qui est resté d’une beauté simple et épurée; visite de la Porzioncule bien sûr, où l’on a pu participer à la messe et recevoir le sacrement de réconciliation – mais aussi voir l’endroit où St François s’est jeté dans les ronces pour résister à la tentation du renoncement à son engagement (le Rosetto, où des roses sans épines fleurissent désormais) et où il est mort en portant les stigmates, c’est à dire les plaies du Christ. Nous avons été aussi passer une bonne demi-journée sur les hauteurs d’Assise, à l’ermitage des Carcieri, où St François et ses compagnons vivaient et priaient dans une grande simplicité, abrité seulement dans des grottes – ce qui les invitaient aussi à une grande communion avec la nature et à la contemplation. Bon et puis comme il fait très chaud ici, nous avons aussi raisonnablement alterné ces visites avec des séances piscine qui font la joie rafraichissante des petits et des grands !

IMG_1751 (800x533)Pendant ce temps, Toto et Menelas – qui sont arrivés à Assise en tirant la langue comme nous –  se sont également refaits une santé dans le jardin des sœurs (sans manger trop de rosiers on espère), gavés de suppléments pour l’occasion. Tels des stars de la crèche, ils reçoivent également de nombreuses visites de gens du quartier.

Nous nous préparons à reprendre la route vers Rome ce lundi matin, en nous allégeant encore du superflu (dont les sacs de couchage), pour marcher à la grâce de Dieu et pour sa plus grande gloire !

Enfin, pour ceux qui aiment les images, la sélection photo des dernières semaines peut être consultée ici (le temps de chargement peut être long).

 

Enquête sur une quête

Deo gratias ! Nous sommes arrivés à Assise en ce 6 août et merveilleusement hébergés par les sœurs missionnaires du Sacré Coeur ( à Sainte Marie des Anges) – de façon providentielle et par l’action généreuse de Fr. Cristiano. Et en plus, en attendant la rédaction de quelques nouvelles, Celine nous fait le cadeau de partager sa relecture de ses quelques jours de marche avec nous en Alta Via et au delà.

« imageNon, je ne suis ni journaliste ni reporter, je suis une amie et je ne suis pas venue pour enquêter mais pour vivre et être avec vous.

Alors pourquoi ce titre ? Parce que ça sonne bien et parce que quand je raconte cette aventure, votre aventure, je vois bien que ça questionne !!! Et à l’issue de ces 8 jours, quand je vous voyais continuer votre route et moi revenir sur mes pas, votre caravane pèlerine m’a parlée de quête… !! Ce que nous avons partagé, le rythme des journées et la dynamique qui vous tire en avant, tout est « quête ». Je me risque à quelques déclinaisons pour illustrer mon propos… et je vous remercie de m’avoir permis d’être dans le sillon de votre marche, qui sans aucun doute porte du fruit dès aujourd’hui ! image

Une belle quête d’union et de communion, sans doute une clé de la Fraternité 😉 Mais il n’y a rien d’évident quand le chemin fait subir à chacun ses aléas et difficultés, et que les hauts et les bas sont vécus en décalés. Quand les attentes interpersonnelles n’ont pas le même niveau d’exigence et que les ajustements se font au rythme de chacun, à 8… c’est tout un poème ! Mais quelle poésie… celle qui oblige chacun à donner le meilleur de lui-même et à se déplacer, se dépasser. Chez chacun de vous j’ai vu le courage et l’effort pour avancer au rythme de la caravane malgré les aspérités du terrain ; pour s’installer le soir venu au bivouac, dans la chapelle ou dans les refuges avec la satisfaction d’avancer et enfin de se reposer ; pour trouver sa place et se mettre au service des autres dans la paix et la joie.

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Une belle quête de communion et de compréhension, entre vous et avec tous ceux qui font le chemin, ils sont nombreux : les autres pèlerins, les habitants des villages, les hôtes, les bienfaiteurs etc… et tout ça la plupart du temps en anglais ou en italien 😉 Le plus dur sur le chemin ne serait-il pas ce constat parfois de l’incompréhension et de l’absence de communion, de partage en vérité ? Quand vous avez un trésor à partager et que celui-ci n’est pas accueilli, sans doute la tristesse vous envahit. Mais quand il brille de tous ses éclats dans les yeux qui le reçoivent, alors votre cœur déborde d’allégresse et vous goûtez une joie immense. Ainsi en fut-il au cours de ces quelques jours lors de la rencontre avec la Padre Cristian, mais pas uniquement, les prénoms italiens se sont envolés de ma mémoire mais non les regards. Une belle quête de simplicité et de dépouillement, aller à l’essentiel, se dépouiller du superflu et ne garder que le nécessaire. Sur le chemin vous avez laissé derrière vous des détails inutiles ou inutilisables et vous avez allégé les bâts. Se séparer de certains objets n’était pas facile mais sûrement libérateur et ô combien plus léger pour Toto et Ménélas qui ont besoin d’une grande attention. Et puis il y a toutes ces quêtes qui nous animent chacun et chacune… Alors merci à vous très chère famille Blaise, de ce chemin partagé et de vos quêtes quotidiennes qui me font à mon tour m’interroger sur mes quêtes personnelles…

A vous lecteur d’enquêter à présent sur votre quête !! Qu’on se le dise il n’est pas indispensable de marcher 1000kms avec 2 ânes pour connaître sa quête… mais ça la rend bien consistante 😉

Dans la joie de vous savoir arrivés à Assise en ce jour de la Transfiguration, 06/08/2014.

Céline »

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Une journée particulière

imageIl y a déjà 15 jours, un couple d’amis allemands est venu nous rejoindre pour le weekend et partager un bout de chemin, en croisant Jean-Baptiste qui finissait son séjour avec nous. Merci à eux d’avoir rédigé ce récit qui donne un bon aperçu du déroulement de journées toujours providentielles….d’autant qu’ils ont eux-même bien participé à cette providence en nous aidant sans compter pendant ces 2 jours ensemble ! (Récit rédigé en allemand puis en anglais – publié depuis Chuisi Scalo en ce Dimanche 3 août)

 

Am 19. und 20.Juli durften wir, Friederike und Thomas, das große Projekt der Familie Blaise begleiten. Früh morgens aus Berlin eingeflogen, warteten wir am Mittag gespannt in Castelnuovo auf die Ankunft von Quentin und Ingrid, die wir vor eineinhalb Jahren in Vietnam kennen gelernt hatten, sowie der restlichen Familie, auf die wir uns auch sehr freuten. Gegen halb eins erblickten wir sie dann sechs Kinder, zwei Esel sowie Ingrid und Jean-Baptiste. Alle schienen sehr erschöpft von der brennenden Sonne und dem zurückliegenden Weg. Schnell waren Helfer zur Stelle, die den Eseln Wasser in Blumentöpfen brachten und nach einem geeigneten Platz für die Tiere als Nachtstätte suchten. Quentin war bei der örtlichen Gemeinde erfolgreich und organisierte eine riesige Wohnung mit dicken Matratzen, einer Küche und einer Waschmaschine. Trotz Erschöpfung kam Freude auf und die letzten Kräfte vor dem Mittagsschlaf wurden für Pommes mobilisiert. Wir waren beeindruckt von den Kindern – welche Leistung sie da erbrachten: eine 17km Etappe lag hinter Ihnen. Bewundernswert!
Am Abend besuchten wir den Gottesdienst. Besonders für uns als Protestanten ohne Italienischkenntnisse eine interessante Erfahrung. Und trotzdem erreichte uns ein gewisser Spirit! Dann gab es ein Festmahl: Nudeln mit Tomatensoße, Salat, italienischem Käse. Wir saßen an einer langen Tafel und freuten uns auch Jean-Baptiste, einen Freund von Quentin, kennen lernen zu dürfen. Der Abend war toll und endete mit Constances Gute-Nacht-Küsschen und der Planung des kommenden Tages. Keine einfache Sache. Wann sollte es losgehen, um der größten Mittagshitze zu entgehen? Wie weit würde die Strecke sein und wer würde sie laufen? Wo könnte man schlafen und wie gefährlich war das lange Stück an der Straße entlang. Eine Entscheidung wurde gefällt, jedoch am nächsten Tag der Situation angepasst. Quentin, Thomas, Leopold und Ferdinand marschierten samt den Eseln um halb sieben los, Jean-Baptist machte sich auf den Heimweg nach Frankreich und die Damen samt restlicher Kinder fuhren mit einer großen Menge an Gepäck (die Esel wurden entlastet) im Auto hinterher. Zwischendurch wechselten die jüngeren Wandere sich ab, während die Autoinsassen auf der Suche nach einer Herberge für die kommende Nacht waren. Gar nicht so einfach! Und so musste sich am Mittag doch für die ganz lange Strecke entschieden werden. Allerdings gab es zwischendurch eine tolle Mittagspause unter schattigen Bäumen, mit frischen Brombeeren, einer riesigen Menge Spaß und sehr, sehr hilfsbereiten Menschen, die von sich aus auf unsere Gruppe zukamen. Höhepunkt der Hilfsbereitschaft waren zwei Männer, die das gefährliche letzte Stück der Strecke mit Ihrem Jeep über drei Stunden begleiteten und so der Pilgergruppe Schutz boten. Wir waren überwältigt! Am Ende des Tages, nach unterschiedlichen Erschöpfungsgraden, Mittagsschläfen, Eiseinlagen, Regenschauern und durchgeschwitzten T-Shirts sowie 24 gelaufenen Kilometern waren alle um halb sechs in Borgo A Mozzano angekommen. Hier gab es eine hervorragende Jugendherberge und eine sehr hilfsbereite Organisation ähnlich des Roten Kreuzes. Am Abend dieses Tages verabschiedeten wir uns, um am nächsten Tag vor unserem Rückflug noch Pisa zu besichtigen.
Am Ende dieser Zusammenfassung fällt auf, wie wenig sie diesen zwei Tagen gerecht wird. Wir erlebten so viel Staunen, Anstrengung, Freude, Offenheit, Herzlichkeit und heitere Stunden, dass das alles gut in eine ganze Woche gepasst hätte. Abschließen lässt sich sagen: Wir ziehen gleich mehrere Hüte vor Euch, bedanken uns, dass wir ein klitzekleiner Teil der Unternehmung sein durften und wünschen Euch auch für den Rest des Weges viel Ausdauer. Möge Gott seine schützende Hand über Euch halten!

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On 19th and 20st July we, Thomas and Friederike from Berlin, had the pleasure to join the big project of family Blaise. We met in Castelnuovo after they had already walked 17km and had a lot of sun. The church offered a big flat with mattresses, a kitchen and a washing machine. After the Mass – which was very interesting for us as we are Protestants who do not speak Italian – we had a wonderful dinner on a long table. Simple, self-made and very tasty and joyful! Afterwards the next day was planed (When to start, how long to walk, who to go by car). Quentin, Thomas, Leopold and Ferdinand started at half past six while the rest of us had a longer sleep or a lot to prepare. Jean-Baptiste unfortunately left after some days of joining them in walking. The women and smaller kids left town at half past eight with a lot of luggage in the trunk to help the donkeys. As it was not possible to find a place to sleep were it was planned, the route enlarged to 24km. But we had a great picnic with a lot to eat and very nice people who offered help. Again – it is very stunning how openhearted and helpful people are. Two men decided to escort the group along a dangerous passage for nearly three hours!
We had a great time: Leopold is a wonderful big brother, Ferdinand is very strong, Theodor seems very grown up compared to the videos from the beginning, Constance is a sweet little princess, Joseph has an unbelievable amount of energy and Zelie is such a friendly person – in the middle of everything she is always smiling and observing her environment. Quentin and Ingrid who organize and manage so well with so much passion. May god bless you all, have a safe trip to Rom!

Saint François d’Assise aimait-il les ânes ?

Depuis Gambassi Terme où nous sommes bien arrivés (et bien hébergés à la Pieve Santa Maria a Chianni) en ce vendredi 25 juillet, en compagnie d’Alexandre retrouvé hier à San Miniato, nous ne résistons pas à l’envie de vous faire partager le questionnement existentiel que Miguel nous propose dans la continuité de ses désormais fameux récits d’ânes bibliques ….

« Cette fois-ci, laissons dormir les ânes bibliques : il en reste encore un ou deux, celui du roi David par exemple. Mais j’ai sur la langue une question grave : saint François d’Assise aimait-il les ânes ?

Saint François parlait aux oiseaux, tout le monde le sait. Et l’on sait aussi qu’il avait amadoué le féroce loup de Goubio, terreur des enfants : après avoir recommandé aux villageois de demander pardon à Dieu pour leurs propres méchancetés, François s’était enfoncé dans la forêt, avait rejoint la meute sauvage et là, le chef des loups avait déposé gentiment sa patte dans sa main. Le loup avait compris qu’il rencontrait un saint. (Si donc vous croisez un loup, envoyez-lui vite le plus saint d’entre vous !)
Ces histoires-là sont bien connues. Mais qu’en est-il des ânes ? J’ai interrogé là-dessus mon ami internet qui m’a emmené jusqu’au Canada, où des frères franciscains ont traité la question. Voici donc, résumées à ma façon, quelques aventures de saint François avec les animaux.
Un jour, on offrit à François une brebis qui le suivait partout : elle accompagnait les Frères à la chapelle, elle suivait l’office. Il paraît même que, sans aucun dressage, elle faisait la génuflexion, poussait des bêlements devant l’autel de la sainte Vierge et se prosternait à la messe pendant l’élévation. Si donc, petits amis italiens, vous croisez des brebis, parlez-leur de saint François : peut-être s’en souviennent-elles encore, là-bas ; si elles répondent en bêlant, il est possible que ce soit une prière.
Et les lièvres, en voit-on quelquefois dans les églises de Toscane ? Du temps de saint François, l’un d’entre eux venait se blottir sur sa poitrine plutôt que de courir la campagne. Le prochain d’entre vous qui apprivoisera un lièvre sera très fort ; il suffit de lui parler à l’oreille comme saint François, en lui disant : « Frère lièvre, aimé de Dieu… »
Plus fort encore, celui qui deviendra l’ami d’un faucon ! Il paraît que François pouvait faire sa sieste sans crainte : quand ce serait l’heure de la prière, un faucon descendait des nuages, se posait délicatement à ses côtés, et tirait du bec la pointe de sa capuche… Ils sont peut-être comme ça, les faucons d’Italie.
Bon, me direz-vous, et les ânes ? Les Frères canadiens évoquent l’amitié de François pour les fourmis, les abeilles, les araignées (les araignées aussi ?), les cigales, les chevreuils, les renards… Ils mentionnent même (quelle curieuse idée !) les vers de terre.
Et les ânes ? Eh bien si, on a failli les oublier, mais si ! Internet en parle aussi, tout à fait à la fin : parmi les amis de François, il y avait aussi des ânes. Ouf ! Et c’est d’ailleurs bien évident, car ils étaient ses compagnons de tous les jours. François roulait en âne très souvent, et s’il avait voulu vivre quelques mois d’aventure en famille, nul doute qu’il aurait trouvé plus exotique… une auto !
Fin de l’histoire. Vous apprendrez par cœur le « cantique des créatures », vous remercierez Dieu pour « sœur notre mère la Terre », et vous confierez à saint François d’Assise tous les écologistes en herbe que nous sommes. Il est notre saint patron. »

NDLR: Fra Cristiano, rencontré à Calzavitello nous disait ègalement que St François aurait choisi la couleur de la bure en rappel de la robe de frère ane…

Déserts et consolations

IMG_6565 (800x600)C’est la fin de la Ligurie et le début de la Toscane : nous sommes à Aulla en ce 15 juillet. Trois semaines se sont déjà écoulées depuis notre halte bien providentielle à Vicoforte, où nous avions été si bien bichonnés par les Soeurs de la communauté Piccola Betania.

Nous avons ensuite progressivement quitté le Piémont pour traverser la région Langhe et ses collines abruptes. Un rude pays où nous avons heureusement trouvé sur notre chemin l’accueil qui nous a permis de dormir au sec, de nous restaurer – et de nous sécher parfois car le climat n’a pas cessé de varier, nous faisant parfois goûter à des douches rafraichissantes.

Après une longue étape depuis Prunetto, nous avons atteint Piana Crixia, village où vécut la grand-mère du Pape François et où il s’est rendu lorsqu’il était enfant. Pour tenter de raccourcir notre route vers Tiglieto, nous avons bifurqué vers Sasselo en nous affranchissant des topos : une bien belle étape que ce lieu, où a vécu Chiara « luce » Badano, dont le visage rayonnant semble habiter le coeur de nombre de personnes que nous y avons rencontré – et notamment Don Mirco, jeune prêtre dynamique, qui nous a largement ouvert sa porte.

Nous avons ensuite rejoint le Chemin d’Assise (enfin !) et l’alta via à Tiglieto. A partir de ce moment là, nous avons progressivement mais surement quitté les zones habitées pour nous confronter à une nature époustouflante de beauté mais soumise à un climat variable et rude. Une grande majorité de bien belles rencontres et d’hébergements providentiels – comme au Lac Gorzente avec Simon ou chez les Boasi – a aussi parfois alterné avec des déceptions ou de l’incompréhension – comme un contrôle tatillon de police pendant près de 45 minutes à Passo dei Govi, en final d’une rude journée…

IMG_6392 (800x600)L’Alta Via porte bien son nom: la voie est étroite et souvent haute (bien que ne dépassant guère les 1500m) – avec quelques passages périlleux dont les sacoches et nos vaillants ânes se souviennent. Les conditions climatiques ont été acceptables bien que souvent humides – mais probablement providentielles car trop de chaleur nous aurait certainement nui.

Si les difficultés d’approvisionnement ou d’hébergement commençaient à se faire sentir ces derniers jours, nous avons été comblés par l’hospitalité donnée sans compter par Fra Cristiano, prêtre franciscain qui vit en ermitage à Calzavitello depuis 4 ans.IMG_1011 (800x533)

Sur notre chemin de ces dernières semaines, quelques personnes se sont jointes à l’impromptu pour quelques heures (Claudia, Filipo, Roberto) ou quelques jours (Andrea). Et puis aussi les amis comme Céline, depuis le 8 juillet et Jean-Baptiste qui nous rejoint aujourd’hui. Qu’il est bon d’élargir le cercle et de nous laisser déplacer !

Le reportage photo qui en dit plus en images est ici. A dopo !